POLITICAPP | 20 maggio 2016

La sfida dell'onestà nei partiti

Vademecum anticorruzione per tutti i partiti

La sfida morale riguarda tutti i partiti. Di più. Riguarda la classe dirigente italiana e l’intera società. Il tema è in agenda da oltre trent’anni e, secondo i cittadini, nel corso dell’ultimo ventennio la situazione è ulteriormente degenerata. L’opinione pubblica nazionale, dopo aver addebitato, per anni, ogni colpa alla classe politica, avverte la complessità del tema (la cui portata va oltre i partiti e permea l’intero tessuto nazionale, in primis le élite) e la sua dimensione emergenziale.
Da questa riflessione critica non sfuggono nemmeno i pentastellati. Portabandiera dell’anti-casta e dell’anticorruzione, l’immagine del M5S inizia a incrinarsi: il 44% degli italiani, infatti, non li ritiene più immunizzati, ma, una volta al potere, tendenzialmente simili agli altri. Un giudizio critico che coinvolge, con gradazioni differenti, parte della base elettorale grillina (14%), mentre oltre il 30% denuncia l’esistenza di un problema di selezione della classe dirigente del Movimento (la rete da sola, a quanto pare, inizia a non bastare più per individuare le persone più adatte a giocarsi la sfida del governo delle città e del Paese). L’opinione pubblica nazionale, tuttavia, non mette all’indice solo la classe politica.
Sotto accusa finisce anche il mondo dell’impresa, nella consapevolezza che, se c’è un corrotto c’è anche un soggetto che ha l’interesse e le capacità economiche per corrompere. Di qui la richiesta di inasprire le pene contro i corruttori dei politici, con carcere più duro e la possibilità di colpire il reo nella cosa che gli è più cara, il portafoglio, con l'esproprio dei beni per una quota dieci volte superiore di quanto ha corrotto. La sfida alla corruzione, tuttavia, non si vince solo sul terreno dell’inasprimento delle pene.
Gli italiani non ne possono più di un Paese costantemente attraversato da fenomeni corruttivi e auspicano una strategia per lo sviluppo di antidoti e anticorpi morali nel tessuto vivo dei partiti.

Pensare al miglior mondo possibile: il fine per chi fa politica

Uno stile comportamentale sobrio e corretto non nasce per caso, ma, come sostiene la filosofa ungherese Àgnes Heller: “la scelta esistenziale dell’onestà è la sola scelta morale razionale” (Le condizioni della morale, 1984).
La scelta dell’onestà è il portato di decisioni, regole, modi di essere pratici e concreti; è il frutto di una scelta, chiara, razionalmente perseguita ogni giorno. Tutti i giorni. Instillare il germe della correttezza comportamentale, secondo l’opinione pubblica, non solo è possibile, ma è sempre più un’emergenza nazionale.
La strada per innestare questo germe, tuttavia, non è solo quella formativa, bensì un processo generativo e concreto, con lo sviluppo, nei partiti, di un clima di asfissia politica per furbetti, profittatori, arrivisti e con la creazione di commissioni di controllo interne, per monitorare l’operato di eletti e aderenti. Al centro di tale processo, per gli italiani, ci deve essere la volontà di generare uno stile politico fondato su almeno 3 postulati: la politica come senso del dovere (come impegno e non come potere: respingendo privilegi e favori); la selezione accurata delle persone, con leader capaci di attorniarsi dei più meritevoli e non dei più fedeli; la spinta all’operare per un mondo migliore possibile e non per i propri fini personali o di partito. Quello postulato è un humus politico fertilizzato da dignità, rigore, morigeratezza, sobrietà, pulsione al bene collettivo e isolamento di ladri e profittatori.
Un politico, per gli italiani, non deve essere un santo, ma un esempio, un’avanguardia, un punto di riferimento perché, per dirla con il filosofo Karl Popper, “il corrotto è un antidemocratico, un leale alleato del violento”.
Dietro tutto ciò emerge la consapevolezza, di parte del Paese, che in gioco non c’è solo il bisogno di pulizia in politica, economia e società, ma c’è il futuro dell’Italia, perché nessuna nazione può prosperare su fondamenta inquinate dalla corruzione.

LA QUESTIONE MORALE

Riguarda tutti: partiti, imprese e l’intero tessuto nazionale

CREPE NELL’IMMAGINE

Il potere logora anche i Cinquestelle

COLPIRE I CORRUTTORI

Espropri e pene più severe per chi corrompe i politici

LE PROPOSTE DEI CITTADINI

Creare un clima asfittico per i “furbetti” nei partiti

VADEMECUM PER L’ONESTÀ

Senso del dovere, niente favori, via gli yes-man e largo ai migliori