POLITICAPP | 20 ottobre 2017

Il PD e la sinistra

Le divisioni a sinistra non piacciono alla base elettorale

La decisione di MDP di sancire l’allontanamento da Giuliano Pisapia, non è stata salutata positivamente dall’opinione pubblica (il 22% dà ragione a Speranza e il 44% a Pisapia) e non è condivisa completamente neanche dagli elettorati di riferimento (il 40% degli elettori MDP si schiera con l’ex sindaco di Milano). La base del centrosinistra, al fondo, non si è ancora arresa all’idea della divisione. La spinta unitaria resta forte e coinvolge il 57% dell’elettorato di riferimento. In particolare si dice favorevole a una coalizione unitaria il 75% degli elettori PD. Su questa posizione sono schierati anche il 50% degli elettori di MDP (con il 44% che è contrario e la restante quota indecisa), il 74% dei supporter dell’ex sindaco di Milano e il 49% degli elettori di Sinistra Italiana (con il 40% contrario). Per il 40% degli elettori di centrosinistra la responsabilità delle divisioni è legata ai personalismi dei diversi leader. In particolare, parte dei supporter di MDP (49%) e di Pisapia (37%), individuano la ragione delle divisioni attuali nella scarsa volontà di allearsi con il PD da parte dei leader dei loro partiti. Fin qui il quadro attuale.

Per comprendere le dinamiche che stanno coinvolgendo il blocco politico di centrosinistra è necessario ampliare lo sguardo e osservare i mutamenti intervenuti negli agglomerati valoriali  nel corso degli ultimi 20 anni.
Alla fine del Novecento l’area di centrosinistra copriva oltre il 40% degli italiani (di tutto il corpo elettorale), suddivisi in 4 tribù:
  1. i moderati responsabili (una rappresentanza di cattolici, che alternavano il voto tra centrosinistra e centrodestra);
  2. i tolleranti aperti (schierati per “più diritti per tutti”: dalla tutela di lavoratori e donne, ai diritti per gay, immigrati e coppie di fatto);
  3. i post partigiani (interessati alla politica e all’impegno civile, schierati per il mantenimento degli ideali della Costituzione);
  4. i figli del migliore (nemici di ogni leaderismo; schierati per il rafforzamento dello stato sociale e per la via giudiziaria contro Berlusconi).
Le tribù valoriali che attraversano sinistra e centrosinistra

Venti anni dopo questi quattro agglomerati valoriali hanno mutato pelle.
Sono scesi sotto il 40% del corpo elettorale e sono divisi in tre tribù:
  1. gli anti-populisti innovatori (schierati per lo svecchiamento della politica e l’ammodernamento del Paese; per una società smart ed efficiente);
  2. gli eco-laico libertari (araldi dello sviluppo sostenibile, difendono le imprese pubbliche, i nuovi diritti e la laicità dello Stato);
  3. gli aggrappati alla Costituzione (il loro obiettivo è l’uguaglianza; temono il leaderismo e sono nostalgici della vecchia sinistra).
Le diverse tribù non hanno un comportamento omogeneo.
La prima (gli innovatori) vota pienamente il PD, mentre le altre due votano in parte il PD, una quota si astiene e gli altri si rivolgono ai partiti di sinistra o ai Cinquestelle. Il quadro di mutamento ha coinvolto anche il blocco sociale di riferimento. La base elettorale del Pd è composta, soprattutto, da uomini (54%), ceto medio (53%), pensionati (26%), cattolici (34%), con una buona rappresentanza di studenti (10%). Il loro sentiment emozionale è quello dell’attesa, mentre sono preoccupati per il lavoro, la flessibilità, la salute. I loro nemici sono gli evasori fiscali. La base elettorale di MDP e SI è composta da uomini (54%), da lavoratori dipendenti (37%), da una parte di ceto medio (42%) e ha una buona componente non credente (18%). I sentiment guida sono la rabbia e la delusione. Hanno paura di perdere la sicurezza economica e i loro nemici sono le mafie, i criminali e gli evasori. Nonostante le differenze e le diverse sensibilità, gli elettori PD e quelli delle forze a sinistra si ritrovano su alcune priorità politico-programmatiche, come la riduzione delle diseguaglianze sociali (54%), la difesa dei diritti dei lavoratori (37%) e il sostegno all’istruzione e al welfare (33%). Il quadro complessivo mostra un contesto in evoluzione, ma anche l’affermarsi di una dinamica che, con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale, sospinge, in via maggioritaria, verso opzioni unitarie e fa emergere tensioni punitive verso chi persegue eccessi divisionisti.


 

LA BASE DEL CENTROSINISTRA

Il divisionismo non piace alla maggioranza degli elettori

NEL CUORE DEGLI ELETTORI

La spinta al voto utile contro il centrodestra e M5S

IL BLOCCO ELETTORALE DEL PD

In maggioranza uomini, appartenenti al ceto medio

IL BLOCCO ELETTORALE DELLA SINISTRA

In maggioranza uomini, adulti, economicamente stabili